SAM_4378 copiaOgni anno, particolarmente durante il periodo estivo, abbiamo la gioia di accogliere molti amici, di vecchia data e anche nuovi, ognuno secondo le sue possibilità o le proprie esigenze si ferma un po’ per condividere la nostra vita, ma lo stare insieme è spesso la gioia più grande.

Chi arriva nelle nostre fraternità (presbiteri, laici e religiosi) porta sempre con sé le proprie esperienze umane e spirituali, quindi non mancano mai degli spunti per la condivisione fraterna e anche per la riflessione. Un dono che abbiamo ereditato da frère Charles mi sembra (spero) sia quello di aprire le porte a chi bussa senza fare molte domande e quindi le sorprese non mancano mai. Ringraziando il Signore di solito le sorprese sono sempre belle e positive. Ho l’impressione che i vincoli d’amicizia con diversi religiosi e religiose di differenti ordini e congregazioni si siano intensificati in questi ultimi tempi favorendo così una maggiore comunione e collaborazione reciproca.

La comunione tra gli appartenenti alla Famiglia spirituale di Charles de Foucauld è uno degli aspetti che riteniamo davvero una grazia. Tornando alle sorprese più belle della stagione penso che il “premio” vada proprio alle due piccole sorelle di Gesù, Annette e Jeanne, che penso non abbiano bisogno di essere presentate, anzi forse sia prudente non cominciare (per mancanza di spazio) dal momento che sono due “archivi viventi” preziosi della Fraternità! Ricordo ancora con commozione la prima volta che vidi padre René Voillaume, proprio qui a Sassovivo, quando venne nel aprile 1997 assieme agli altri responsabili della Famiglia spirituale per l’Assemblea che vi si celebra ogni due anni. Allora il Padre viaggiava con i suoi 92 anni e a me sembrava di vedere uno dei Patriarchi dell’Antico Testamento… In qualche modo la scena si è ripetuta in questi giorni.

Per uno che è nato dopo – come il sottoscritto – è sicuramente un privilegio poter incontrare le persone che hanno fatto un lungo percorso sulle orme di Charles de Foucauld, è un po’ come toccare con mano il filo diretto che ci porta, quasi, fino al Marabutto del Sahara! Mi viene spontaneo pensare alla preghiera che esprime la gratitudine del salmista nel contemplare quanto il Signore a compiuto e continua a compiere: «Una generazione narra all’altra le tue opere, annunzia le tue meraviglie» (salmo 145,4).

Sono convinto che ogni volta che qualcuno arriva da noi ci lasci qualcosa che gli appartiene, in altre parole la presenza di tutti questi amici fa del bene innanzi tutto a noi, e siamo sempre grati perché davvero avvertiamo il centuplo promesso da Gesù in padri, madri, fratelli, sorelle e amici.

 Fratel Oswaldo

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