SAM_5805Dopo diversi anni di attesa finalmente uomini e mezzi sono tornati a Sassovivo per riprendere in mano il cantiere rimasto sospeso. Si tratta del completamento del restauro iniziato dopo il terremoto in Umbria nel 1997. Ma una felice coincidenza ci sta consegnando delle sorprese che per ora si presentano come il preludio verso qualcosa di grandioso.

Un gruppo di archeologi dell’Università La Sapienza di Roma da alcuni mesi sta facendo delle ricerche proprio qui e da questa settimana hanno dato inizio a degli scavi nella zona che occupava l’antica chiesa abbaziale del XII-XIII secolo il cui rilievo artistico doveva essere splendido, se è stato arricchito dallo stupendo chiostro del 1229, l’attuale “gioiello di Sassovivo”.Da libro

Dopo il secondo giorno di scavi è emersa la prima novità: è stato ritrovato un antico muro di dimensioni consistenti che potrebbe appartenere proprio alla chiesa in questione. È troppo presto per fare delle affermazioni o prevedere quello che verrà fuori, ma nell’attesa vogliamo condividere questi primi passi con tutti gli amanti di Sassovivo e della storia del monachesimo medievale.

A completare i movimenti in abbazia ci pensa l’associazione “Amici dell’Abbazia di Sassovivo” (https://www.facebook.com/Sassovivo) che per questo fine settimana ha organizzato una serie di iniziative tra cui emergono una visita archeologica guidata e un concerto Gospel nella sala del Paradiso.

Questo tipo di notizie di solito attira molte persone che sono alla ricerca di qualche cosa. Non mancano alcuni di quelli che tuttora credono alla leggenda del “tesoro di Sassovivo” che i monaci avrebbero nascosto (in un sarcofago, una giara?) nei paraggi. È quanto mai attuale quanto ha scritto nel 1966 l’allora vescovo di Foligno, mons. Siro Silvestri: “Nelle alterne vicende di Sassovivo, si intrecciano glorie e rovine e tumulto di passioni ma emerge la sua importanza come centro irradiatore di vita religiosa. C’è anche un monito per gli uomini di oggi e di domani: le vere grandezze non sono quelle create dall’odio ma quelle costruite dall’amore e dalla santità”.

Tutto mi è lecito, ma non tutto giova, diceva l’apostolo Paolo, e sono parole che possono rafforzare la nostra convinzione che l’Abbazia ha una vocazione primaria, quella di essere luogo di silenzio e di spiritualità, vocazione riconosciuta anche dall’Unesco al momento di definirlo ufficialmente “patrimonio che esprime una cultura di pace”. Un caro amico della nostra fraternità – che pur non essendo “di chiesa” come si usa dire, ora è in paradiso! – amava dire “queste pietre sono impregnate di preghiera”…

Amore, silenzio, preghiera, santità, dialogo, pace… questi valori costituiscono il vero tesoro di Sassovivo, un tesoro che va cercato in continuazione.

fratel Oswaldo jc

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