Esaminando l’estratto di una meditazione di Charles de Foucauld (1886-1916), redatta a Nazareth l’8 novembre 1897 (La vita nascosta, 94-104) e la lettera a Henry de Castries datata 14 agosto 1901 (Lettres à Henry de Castries, 92-101) si desume che l’avvenimento ebbe questo svolgimento: verso la fine di ottobre 1886, poiché egli già da qualche tempo sentiva il bisogno di affrontare con qualcuno molto preparato il problema religioso, consigliato dalla cugina Marie de Bondy, si recò presso la chiesa di Saint-Augustin (Parigi 1886), al confessionale dell’abbé Huvelin per domandare a lui delle lezioni di religione.

“Costui – ricorda Charles – mi fece inginocchiare, mi fece confessare e mi inviò a comunicarmi seduta stante”. Ricorda poi che dopo la confessione e la comunione fu tanta l’emozione e la gioia che scoppiò in pianto e non fece nulla per impedire a queste lacrime di scorrere copiose.

« Facendomi entrare [il reverendo Huvelin] nel suo confessionale, uno degli ultimi giorni di ottobre, tra il 27 e il 30 [Parigi 1886], penso, mi hai dato tutti i beni, mio Dio: se v’è della gioia nel cielo alla vista di un peccatore che si converte, ve n’è stata quando sono entrato in quel confessionale! E da quel giorno la mia vita non è stata che una concatenazione di benedizioni! ».

Così, Frère Charles, ricorda commosso davanti a Gesù-Eucaristia il suo ritorno alla fede dopo aver vissuto per circa dieci anni lontano da Dio, nell’indifferenza religiosa, “senza nulla credere e nulla rinnegare” come egli stesso afferma. Tuttavia, una volta convertito, confesserà all’amico Henry de Castries, “Appena credetti che c’era un Dio, compresi che non potevo fare altrimenti che vivere solo per Lui… c’è una tale differenza tra Dio e tutto ciò che non è Lui”.

La domanda è stata posta più volte: come mai Charles, acuto esploratore e attento ai minimi particolari, non ricorda con precisione la data di quel “giorno di benedizione”?

Jean-François Six situa l’avvenimento tra il 29 o il 30, ma aggiunge: « Invece di meravigliarci di questa mancanza di memoria in un uomo come Foucauld – e proprio per l’avvenimento essenziale della sua vita – non bisogna forse ammetterla come una cosa molto comprensibile? Se essa, infatti, fosse stata preceduta de una risoluzione precisa – già da alcuni giorni – di confessarsi, Foucauld sarebbe entrato lui stesso, fin dal momento di questa risoluzione, nella storia della sua conversione; egli quindi sarebbe stato attento a notare il suo modo di procedere e i suoi stati d’animo. Invece, la conversione avviene bruscamente. Così, questa “nuova nascita” imprevista – così imprevista che egli non pensa neanche, si può dire, a tenerne nota, – Foucauld non riuscirà più tardi a precisarla. Ma San Paolo si sarebbe ricordato il giorno esatto della “strada di Damasco”, dopo qualche anno di vita apostolica? » (Itinerario spirituale, 54).

« L’uomo cerca Dio, e Dio è per l’uomo l’amore degno di lui. Dio è la sazietà, il pieno, la realizzazione, il termine, la pace, il gaudio, la beatitudine » (C. Carretto, Ciò che conta è amare).

fratel Oswaldo