Come ormai da tradizione pluriennale con l’approssimarsi del Natale la bellissima cappella funeraria del Goleto si è animata dei personaggi del presepe napoletano. Napoletano nel senso che i personaggi sono stati acquistati a Napoli e precisamente nella via tradizionale dei maestri presepisti San Gregorio Armeno, un intero quartiere che vive di questo coinvolgente artigianato e non perché le statue hanno le caratteristiche di quel presepe.
La nostra maestra presepista non è napoletana, ma irpina doc: Antonella che tutti noi conosciamo con il suo nome di battesimo Maria Antonietta, che anche quest’anno ci ha stupiti con il risultato di mesi di lavoro. Si mesi perché il lavoro qui in abbazia è preparato da un lungo impegno. L’elaborazione dell’idea legata sempre alla Sacra Scrittura necessita infatti di tempo così come la raccolta e la preparazione dei materiali che andranno a costituire la scena che accoglierà in un secondo momento le statue.
Molto belli sono ad esempio i due pannelli che rappresentano il cielo e le dune di sabbia che ricordano il deserto, a cui è ridotto il mondo quando ci si dimentica di Dio, che rifiorisce con la nascita di Gesù. La natività posta proprio in un antico sepolcro ci ricorda tutta la sofferenza e la morte accettata liberamente da Gesù perché questa rifioritura, cioè la fede nella bontà di Dio, avvenga.
Affinché la contemplazione del presepe del Goleto non sia solo un atto estetico ma diventi vita, potremmo trovare da questa opera così bella lo spunto per un piccolo impegno affinché anche il nostro mondo quotidiano rifiorisca grazie alla fede nella bontà di Dio. Il sepolcro ormai vuoto da secoli ci ricorda cha alla morte di Gesù è seguita la resurrezione e allora seguire Gesù in questa opera di rifioritura non significa tanto desiderare soffrire quanto entrare nel suo lavoro di Agricoltore affinché il nostro mondo desertificato dall’assenza di Dio torni ad essere il giardino delle Origini in cui Dio passeggiava e trovava ristoro nel guardare la sua creazione e soprattutto l’essere umano, tutta la gioia del suo cuore.
In questo lavoro che può essere duro, ma sempre bello siamo aiutati da frerè Charles, il quale perché il mondo rifiorisse, cioè credesse nella bontà di Dio, era disposto ad andare fino ai confini del mondo e a vivere fino al giudizio universale. L’altra arte che riconosciamo a Maria Antonietta è quella di saper coinvolgere altri nella realizzazione e per questo ringraziamo anche Vito e Brigida, ma anche tutti coloro che hanno offerto “spontaneamente” il loro aiuto rimanendo nell’anonimato. Chi avrà notato le virgolette spiego che non è facile resistere alla richiesta di aiuto da parte di Maria Antonietta e comunque chi viene coinvolto resta sempre molto contento e porta poi anche altri ad ammirare il presepe del Goleto.
fratel Roberto jc
Oltre le immagini ciò che rende partecipi dell’evento, è il dono di coloro che comunicano, l’amore attraverso il dono del loro tempo e della loro genialità al prossimo. In questo evento che si rinnova ogni anno in un luogo antico come il presepio, c’è la gioia del Si della Vergine Madre alla nostra salvezza. Ave Maria, “Porta del Cielo”.
Bellissimo!
Auguri a tutti voi di un sereno e santo Natale.
Luisa
Auguri di cuore e grazie per questa
nuova bellissima Natività.