Da un po’ di giorni sento il bisogno di parlare di Terra Santa. Non che non si faccia già in queste pagine, però, questa volta, il desiderio è quello di raccontare un po’ di alcuni aspetti di cui si parla poco. O forse se ne parla senza dire tutto o dicendo quello che si vuole far credere.

Da mesi il Medio Oriente è investito da quella che viene definita “la primavera araba” che ha portato alla fine, anche violenta, di molti poteri forti della regione; senza per altro risparmiare i particolari di esecuzioni sommarie quasi in diretta. Molti hanno esultato e non sono mancati gli interventi militari di alcuni paesi occidentali (con l’appoggio anche dell’Italia) per risolvere i problemi ed esportare, ancora una volta, la democrazia. Ma cosa sta succedendo veramente? Io non sono un esperto in politica del Medio Oriente, e probabilmente neppure una persona sufficientemente informata per poter dire parole chiarificatrici. Mi limito a condividere le impressioni di alcune persone che le hanno condivise con me. Persone che possono attingere a fonti di informazione alle quali gli occidentali non sempre possono attingere. Alcune sono rintracciabili in canali non troppo noti e si possono ascoltare conoscendo l’inglese e il francese. Altre invece sono un po’ più ardue perché in lingua araba.

La situazione è sicuramente drammatica perché il Medio Oriente è stretto tra due correnti che continuano a farsi la guerra. L’indisturbato strapotere di Israele che continua a tenere in pugno la politica e l’economia mondiale, continuando a perpetrare ingiustizie e oppressioni di cui il mondo non sa e non vuole rendersi conto. Sappiamo bene tutti come questo piccolo stato sia appoggiato da sempre da paesi come gli Stati Uniti, l’Italia, e diverse altre nazioni occidentali, proprio perché gran parte degli interessi economici e politici sono in mano al mondo ebraico. Si pensi che negli USA, da più di venti anni, esiste una legge che vieta alla nazione americana di appoggiare e finanziare qualunque iniziativa che miri ad approvare la Palestina come stato autonomo. Un paese in cui si legifera perché un altro non sia riconosciuto come stato! Come se in Italia si fosse legiferato perché non si appoggiassero iniziative affinché la popolazione serba o croata, o di qualunque altra regione, non si autodetermini e si dia la possibilità di essere a tutti gli effetti uno stato. Eravamo a cena da una famiglia che amaramente sintetizzava: “quando un potere politico ha in mano i mezzi di comunicazione e l’economia, che cosa si può fare?”

Dall’altra parte il mondo arabo è in subbuglio. Tutti gli stati adiacenti a Israele e oltre hanno scardinato o stanno tentando di scardinare i poteri assoluti che li regnavano e la direzione che si sta prendendo è sempre più quella dell’affermazione dell’ideologia dell’islam politico. In molti paesi si è diffusa l’idea che l’unica soluzione per i paesi arabi sia quella di adottare la “sharia” come legge dello stato. I Fratelli Mussulmani si stanno diffondendo come partito politico vincente in molti stati. La protesta nata forse come vento di primavera dai giovani, è stata usata e dirottata verso l’inverno di una prospettiva non certo tollerante e democratica. Tutto questo sotto l’ombra del placet di Stati Uniti and company intenti a strappare a uomini troppo potenti i preziosi giacimenti petroliferi. Si pensi che i Fratelli Musulmani, da sempre contro USA e Israele, e da sempre impegnati affinché l’Egitto terminasse gli esistenti rapporti diplomatici con Israele, hanno firmato una dichiarazione con gli Stati Uniti perché tali rapporti, con tutte le implicazioni del caso, possano continuare.

L’esperienza delle votazioni egiziane, presentate in occidente, anche su siti alternativi, come una vittoria della democrazia, in realtà si sono rivelate come una negazione di essa perché in Egitto, ad esempio, nelle prime elezioni del dopo Mubarak, molti seggi in cui la maggioranza era cristiana sono stati aperti in notevole ritardo e in alcuni casi sono rimasti chiusi. Senza contare la frode di molte schede elettorali falsificate. Nelle ultime elezioni poi i Fratelli Musulmani hanno avuto al possibilità di agire indisturbati perché la popolazione fosse notevolmente influenzata (i giudici di seggio, chiamati a sorvegliare la regolarità delle votazioni, lasciavano il seggio per consentire agli esponenti di questo partito di restare dentro il seggio ad indicare come votare e ad inserire manciate di schede false con i voti per i propri candidati; all’esterno del seggio erano “disponibili” ad aiutare le persone anziane a superare le difficoltà fisiche e a dare indicazioni di voto).

Tutte queste cose, e moltissime altre, nei nostri paesi non si sanno. Non pretendo di avere in pugno la conoscenza della situazione, ma, come dicevo, mi piace condividere queste informazioni per aiutare, come una goccia nel mare, a dare qualche elemento su cui riflettere.

Dove stiamo andando dunque? La verità è che non si sa. E sempre la verità è che all’orizzonte non si prospetta nulla di buono. “Poor copti! “Poveri copti!”è l’espressione usata da una persona molto informata sulla situazione del Medio Oriente e in particolare, in questo caso, sull’Egitto. Si, quello che si avverte è la sensazione che i cristiani del Medio Oriente saranno tra coloro che pagheranno molto caro il prezzo di quanto sta accadendo. Continua un lungo periodo di testimonianza fino al martirio per molti uomini e donne discepoli di Gesù.

fratel Marco